L’Italia non crede nel progetto della gara a squadre miste
La scelta dell’Italia di non schierare un team per la gara a squadre mista in programma quest’oggi a Budapest non può che essere letta come un grande scetticismo nei confronti del Progetto di Marius Vizer di dare ancora più visibilità al nostro amato sport attraverso questa meravigliosa ed entusiasmante competizione. Non è un caso che Vizer sia riuscito a far inserire la gara a squadre mista nel programma olimpico di Tokyo 2020, dove potranno partecipare solo gli atleti qualificati alla gara individuale. E’ senza ombra di dubbio una ulteriore occasione persa per l’Italia. Peccato.
E’ cosi: la scelta dell’Italia di non schierare un team per la gara a squadre mista in programma quest’oggi a Budapest non può che essere letta come un grande scetticismo nei confronti del Progetto di Marius Vizer di dare ancora più visibilità al nostro amato sport attraverso questa meravigliosa ed entusiasmante competizione. Non è un caso che Vizer sia riuscito a far inserire la gara a squadre mista nel programma olimpico di Tokyo 2020, dove potranno partecipare solo gli atleti qualificati alla gara individuale. Qui a Budapest, l’accesso da parte degli atleti è invece libero, nel senso che non c’è l’obbligatorietà di schierare atleti che hanno gareggiato nei giorni scorsi.
E’ una opportunità senza precedenti per il nostro sport: basti pensare che oltre alle grandi Nazioni del panorama judoistico mondiale, anche la Croazia, la Turchia, e persino l’Algeria hanno creduto e sostenuto la competizione a squadre mista, schierando un proprio team. A quasi 4 ore dal proprio inizio, quest’oggi la competizione sta entusiasmando il pubblico della Sport Arena di Budapest, dove si fa fatica ad identificare un posto vuoto.
Erano ben 23 i team iscritti alla gara a squadre e poi, causa infortuni registrati durante la fase individuale, si sono inevitabilmente ridotti a 20. L’occasione è stata presa al volo da (quasi) tutti, grandi e piccoli Paesi, con l’obiettivo di sostenere un progetto che potrebbe portare il nostro sport ad un livello di visibilità superiore rispetto ai grandi passi avanti fatti negli ultimi anni.
E’ stata colta anche come una opportunità per schierare quegli atleti che alla gara individuale non avevano accesso, almeno per chi i 18 posti li aveva occupati tutti. E’ il caso della Francia, che nella categoria dei 90 kg ha schierato nell’incontro con l’Ungheria il campione del mondo del 2013 degli 81 kg, il 27enne Loïc Pietri, che nella gara individuale aveva la strada serrata.
Quello di Budapest è il primo mondiale senior che prevede l’introduzione della gara a squadre mista, sperimentata anche in occasione dei Mondiali Cadetti di Santiago del Cile avvenuti poche settimane fa.
In ambito senior, ogni squadra è formata da 6 atleti di cui 3 maschi e 3 femmine e le categorie di peso sono -57 Kg, -70 Kg, +70 Kg per le donne, e -73 Kg, -90 Kg, +90 Kg per gli uomini. L’ordine degli incontri vede alternarsi un incontro femminile ed uno maschile, partendo dalle categorie più leggere a salire.
Ogni atleta ha la possibilità di competere nella propria categoria o in quella superiore. Vince la squadra che totalizza 4 vittorie. Nel caso in cui si dovesse finire in parità, la vittoria sarà decisa dalla somma dei punti totalizzati nei singoli incontri: ogni ippon varrà 10 punti, ogni waza-ari 1 punto. In caso di ulteriore parità, sarà estratta una coppia che combatterà di nuovo un match direttamente al golden score, ciò significa che il primo punto o la prima penalità decreterà la squadra vincente.
Il Giappone e la Korea si scontreranno nella prima semifinale di oggi, nell’altra vedremo affrontarsi Russia e Brasile. Germania, Francia, Georgia e Canada sono invece ai recuperi.
E’ senza ombra di dubbio una ulteriore occasione persa per l’Italia. Peccato.
Commenta con Facebook