Fabio Basile: “Oggi non ero me stesso ma non mi accontento dell’oro Olimpico”

Fabio Basile: “Oggi non ero me stesso ma non mi accontento dell’oro Olimpico”

In occasione del Grande Slam di Parigi in corso di svolgimento questo fine settimana all’Accor Arena di Bercy, Italiajudo ha avvicinato Fabio Basile subito dopo l’incontro che lo ha visto perdente con l’atleta mongolo Tsend-ochir, poi giunto fino alla finale per il bronzo. Fabio ha espresso tutto il proprio rammarico per il match perso. Ci ha poi parlato delle sensazioni che ha avuto in gara, diverse da quelle di Rio e dei mondiali di Budapest. E soprattutto ci ha confermato di non volersi accontentare dell’oro di Rio e di voler tornare a brindare presto.

Pubblicato da Ennebi il 10 Feb 2018 in Parigi

Fabio, che cosa è successo quest’oggi in gara?

Vorrei capirlo anche io. Non ho combattuto bene e questo mi fa stare molto male. Mi sono allenato duramente, nei giorni scorsi mi sentivo benissimo. Basti pensare che in allenamento ho fatto passare brutti momenti ad atleti molto più pesanti di me. Oggi non ero me stesso. Può succedere di perdere un incontro, ma non posso accettare che sia accaduto in questo modo. Credo si tratti di un aspetto psicologico, che devo approfondire.

Hai un mental coach che ti possa aiutare ad approfondire cosa sia successo quest’oggi?

Non ho un mental coach. Ho vinto le Olimpiadi da solo e voglio tornare sul tetto del mondo grazie alle mie sole forze. Non credo di aver bisogno di un preparatore mentale. In realtà, ho provato ad averne uno, una persona squisita, che ha aiutato e sta aiutando molti atleti. Sono però fatto in un modo per cui tendo a fare il contrario di quello che mi viene detto (ndr sorride). Ogni atleta è fatto a modo suo ed io sono fatto in questa maniera.

Hai provato sensazioni diverse da quelle di Budapest?

Molto diverse. A Budapest ho perso ma sono stato presente in ogni istante di quell’incontro. Volevo vincere e al di là del risultato, credo di essermi battuto con onore. Oggi invece non ho combattuto bene. Non dormirò per parecchie notti…. Sono convinto che l’atleta mongolo sia alla mia portata. Per cui faccio fatica ad accettare una sconfitta in questa maniera.

Non credi che il cambio di categoria abbia inciso sulla performance di oggi?

Il passaggio di categoria è una scelta di cui sono convito al 100% e non torno indietro su questa decisione. Chiaramente si tratta di una scelta che sento, dal punto di vista fisico. Ripeto, nell’incontro di oggi non ero il Fabio di sempre e non credo che il cambio di categoria sia stato cosi determinante.

È anche vero che sei uno dei pochi campioni olimpici di Rio che sono tornati sul tatami. Sei sotto i riflettori e tutti gli atleti ti tengono sott’occhio.

Hai ragione. E di quei pochi tornati a gareggiare nessuno è tornato a vincere. Confermarsi non è affatto facile. Io dovrei dimenticare di aver vinto l’oro a Rio ma non sempre vi viene facile.

Essere venuto a Parigi da solo, senza una squadra al seguito, non credi che aumenti la pressione e le aspettative sulla tua prestazione?

Non credo. Sono un lupo solitario e mi piace stare da solo prima di una competizione. Mi aiuta a concentrarmi. Non credo che questa scelta abbia avuto una ricaduta sulla mia prestazione.

Che cosa ne pensi del nuovo regolamento?

Non ho mai guardato ai regolamenti. Se sei il più forte, vai avanti lo stesso e vai a vincere, indipendentemente dal regolamento.

Dove ti sei allenato in questo periodo?

Mi sono allenato ad Ostia ma anche in altri club a Roma e a Napoli. Ovviamente l’Akiyama è e resterà per sempre la mia casa. Devo moltissimo all’Akiyama e a Pierangelo visto che grazie a lui sono arrivato a vincere una Olimpiade. Credo anche che un atleta per arrivare e restare ad altissimi livelli debba avere qualcosa di più di un bravo allenatore, che comunque è importante soprattutto quando si è Cadetti e Juniores. Quando si comincia a diventare degli uomini e quindi dei guerrieri veri, bisogna poi saper scegliersi il proprio percorso.

Hai ricevuto proposte in ambiti diversi da quello sportivo dopo aver partecipato a Ballando con le Stelle?

Quest’anno ho ricevuto in diverse occasioni proposte economicamente importanti. Li ho rifiutati tutti. La televisione non mi dà la gioia che il Judo mi regala. Quando sto troppo a lungo senza fare judo vado in astinenza. È come se il Judo fosse una “droga” naturale che mi tiene vivo e mi rende felice. Per me il successo non è quello che si misura con gli ascolti televisivi oppure con il numero di supporter che si hanno sui social network. Dopo aver conquistato un oro olimpico questa potrebbe rappresentare la strada più ovvia e per certi aspetti aspetti credo sia il percorso più semplice. Chiaramente la televisione può darti una mano sopratutto a livello economico, tuttavia, il successo che conta davvero per me sta nel diventare uno dei judoka più forti di sempre. Non mi accontento di essere uno dei quattro italiani ad aver vinto una Olimpiade. Voglio di più. Per raggiungere questo obiettivo ho ancora tanto lavoro da fare. Del resto ho sempre scelto la strada più difficile e sono convinto che queste scelte mi abbiano fortificato molto. Spero che anche la sconfitta di oggi mi possa tornare utile in futuro.

Sono sicuro che la sconfitta di oggi ti sarà utile. Mi ricordo che nel 2015 il Grande Slam di Parigi non ti sorrise. Facemmo una chiacchierata simile a quella di oggi. Anche quell’anno avevi da poco cambiato categoria. Di li a pochi mesi, ti sei ritrovato sul podio delle competizioni più importanti al mondo, fino a vincere le Olimpiadi.

Hai ragione. Mi ricordo che nel 2015 qui a Parigi ero molto più piccolo fisicamente dei miei avversari.

Qual è il tuo prossimo appuntamento?

Mi piacerebbe fare il Grande Slam di Düsseldorf. Ho una voglia pazzesca di tornare sul tatami e rimettermi in gioco. Peccato che le iscrizioni siano già chiuse e non credo di riuscire ad inserirmi.

Fabio, ti auguro di tornare presto sul tatami con la forma mentale giusta per farci sognare ancora. Grazie per la chiacchierata. 

Grazie. Alla prossima. Torneremo a brindare di nuovo.


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