Grand Prix di Messico e Uzbekistan aperti ma non quello in Olanda

Grand Prix di Messico e Uzbekistan aperti ma non quello in Olanda

Restano solo tre Grand Prix nel 2018, ovvero Cancun, Tashkent e L’Aia. Lo scorso 30 luglio con una email inviata ai club interessati, gli Organi federali preposti comunicano l’apertura del Grand Prix in Messico e Uzbekistan, ma non quello in Olanda, dove parteciperà solo la squadra nazionale.

Organizzare una trasferta in Latin America oppure in Asia Centrale prenotando i biglietti aerei con una trentina di giorni d’anticipo non è economicamente accessibile a tutti e con un preavviso cosi corto diventa ancora più difficile da inserire nella propria programmazione.

Risulta pertanto poco comprensibile perché al Grand Prix de L’Aia – che si trova più vicino all’Italia e a costi decisamente più accessibili per tutti – non sia stato applicato il “sistema misto”, ovvero la partecipazione congiunta di atleti selezionati dal DTN e di atleti che vanno a proprie spese. Solo due settimane fa, il “sistema misto” è stato utilizzato dall’Italia al Grand Prix di Budapest, ma era una “eccezione”…

Chissà cosa ne pensano i componenti del Consiglio di settore! È verosimile assumere che se la comunicazione sia stata inviata, la maggioranza del Consiglio l’abbia approvata, il che significa che almeno tre consiglieri abbiano dato parere positivo.

Pubblicato da Ennebi il 27 Ago 2018 in Barcellona, ESP

Messico e Uzbekistan “aperti” ma non il Grand Prix nei Paesi Bassi dove va solo la Nazionale 

Ancora una volta in Italia la liberalizzazione avviene a singhiozzo e con logiche difficili da capire. Sebbene abbiamo parlato a più riprese della necessità di aprire i Grand Prix e – perché no? – anche i tornei di Grande Slam alla libera partecipazione dei club, è chiaro, oggi più di ieri, che la Direzione Tecnica Nazionale non è affatto convinta che la liberalizzazione sia la strada da percorrere con decisione.

Basti pensare che ad inizio stagione non sono noti a priori i tornei di Grand Prix aperti alla partecipazione dei club. Nel corso dell’anno la liberalizzazione dei Grand Prix avviene in maniera parziale e a singhiozzo, a volte con comunicazioni inviate nei periodi più inopportuni, come quella relativa all’apertura del Grand Prix di Cancun in Messico (12/14 ottobre 2018) e del Grand Prix di Tashkent in Uzbekistan (9/11 novembre 2018) inviata il 30 luglio con scadenza a candidarsi per il primo due due fissata al 3 settembre. Vale lo stesso per i criteri di accesso ai tornei di Grand Prix, che giustamente devono esserci, ma che purtroppo sono resi noti solo quando la comunicazione viene inviata. Alla faccia della programmazione!

Allo stesso tempo, è chiaro che nella classe seniores il sistema misto, che combina la partecipazione di atleti selezionati dalla Direzione Tecnica con atleti disposti a prendervi parte a proprie spese, sia visto più come una minaccia piuttosto che come una opportunità. Una situazione – quella del sistema misto – che è ormai una prassi per tutti i Paesi più di successo del judo mondiale, mentre in Italia è ancora gestita come una “eccezione”.

Basti pensare al Grand Prix di Budapest svoltosi un paio di settimane fa, dove il sistema misto è stato attuato per gli atleti azzurri, tra i quali vi erano quattro juniores selezionati dalla Direzione Tecnica. Per carità, non c’è proprio nulla di male in tutto ciò, anzi, sarebbe opportuno che il sistema misto diventi una prassi anche in Italia. Tuttavia, Budapest era un’eccezione, dovuta alla sospensione del Grand Prix di Tunisi e del Grande Slam di Abu Dhabi, che ha reso necessaria la ri-pianificazione dell’attività della Squadra Nazionale, cosi come si legge nell’email inviata dalla FIJLKAM il 30 luglio 2018.

In un primo momento la Direzione Tecnica Nazionale aveva deciso di inviare la squadra nazionale ad Abu Dhabi e di aprire alla libera partecipazione dei club il Grand Prix de L’Aia nei Paesi Bassi (16/18 novembre 2018). Quando tale decisione è stata comunicata al Consiglio di settore, qualche giorno dopo l’IJF ha sospeso la competizione negli Emirati. Pertanto, preso atto dell’annullamento del Grand Slam di Abu Dhabi, si è deciso di non aprire più alla libera partecipazione dei club il Grand Prix olandese e, visto che la comunicazione sulla propria apertura non era stata ancora inviata, si è deciso che in Olanda andranno solo atleti selezionati dalla Direzione Tecnica.

Allo stesso tempo, si è stabilito che chi ha i soldi per sostenere una trasferta in Messico oppure in Uzbekistan può farne richiesta, inoltrando la propria candidatura entro e non oltre 40 giorni di anticipo rispetto alla data di svolgimento dei due tornei. Si legge nel comunicato del 30 luglio 2018: “Seguirà successivamente la conferma o il diniego di autorizzazione alla partecipazione da parte della Federazione – essendo ammessi non più di due Atleti per categoria di peso – e saranno indicati termini, scadenze e costi per l’iscrizione definitiva e per la prenotazione alberghiera, che dovrà essere effettuata tramite la FIJLKAM.”

Dunque, se abbiamo capito bene, la maggior parte delle persone ai piani alti della FIJLKAM pensano che sia accessibile a tutti organizzare una trasferta in Latin America oppure in Asia Centrale prenotando i biglietti aerei 30 giorni prima della competizione, ovvero quando lo staff tecnico confermerà l’autorizzazione a partecipare al Grand Prix… ed allo stesso tempo le stesse persone pensano sia “più conveniente” – ci chiediamo per chi? – non liberalizzare il Grand Prix de L’Aia (ultimo Grand Prix del 2018) che si trova più vicino all’Italia e a costi decisamente più accessibili a tutti.

La liberalizzazione dei tornei di Grand Prix assume in questo quadriennio una importanza fondamentale visto che da gennaio 2017 i punteggi dei tornei internazionali sono cambiati, lasciando alle Continental Open un valore irrisorio e del tutto marginale. Una Continental Open vale infatti 7 volte di meno di un Grand Prix e 10 volte di meno di un Grande Slam, mentre nel quadriennio scorso i punti che una Continental Open poteva far guadagnare erano 3 volte di meno di un Grand Prix e 5 volte di meno di un Grande Slam: si tratta di una differenza di più del doppio!

Ciò detto, la decisione presa sulla liberalizzazione degli ultimi tre Grand Prix del 2018 (Cancun, Tashkent e L’Aia) risulta in disaccordo persino rispetto alle dichiarazioni dello stesso presidente della FIJLKAM, dott. Domenico Falcone, che, in una  un’intervista rilasciata ad Italiajudo e pubblicata il 15 marzo del 2015, riferendosi alla liberalizzazione dei tornei del World Tour, dichiara quanto segue: “[…] Il nostro obiettivo è dare pari opportunità a tutti. Bisogna utilizzare la “buona politica” per trovare delle soluzioni che accontentino tutti o quasi.”

Beh, che dire… la decisone presa sui prossimi Gand Prix non sembra proprio dare “pari opportunità a tutti”! 

Ci si aspettava un cambiamento, di quelli veri, che facesse da propulsore per la crescita di tutto il movimento judoistico italiano. Dopo alcuni anni, forse qualcuno si è arreso, ha perso le speranze, ha smesso di chiedere e richiedere che l’Italia si allinei al trend chiaramente benefico della liberalizzazione totale, chiara e trasparente dei tornei del World Tour, come accade nella lotta olimpica, nostra cugina di avventure.

Noi di Italiajudo non ci siamo arresi. Siamo qui, ancora una volta, dopo un periodo di attesa e di silenzi, a sperare. A chiedere. Quanto meno una spiegazione. Perché?

 

“Seconda stella a destra, questo è il cammino

E poi dritto fino al mattino, Non ti puoi sbagliare, perché Quella è l’isola che non c’è 

E ti prendono in giro se continui a cercarla, Ma non darti per vinto, perché

Chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle, Forse è ancora più pazzo di te”

Edoardo Bennato 


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