L’insostenibile leggerezza degli shido

L’insostenibile leggerezza degli shido

KUZUSHI, rompere l’equilibrio. Rubrica di satira a cura di Chiorbaciov L’intento dell’IJF quando ha cambiato il regolamento era, almeno nelle intenzioni, quella di dare meno valore possibile agli shido. Una scelta condivisibile, se l’astutissima mossa successiva non fosse stata quella di rendere sempre più complesso e difficoltoso portare una proiezione. Non solo le sanzioni sono […]

Pubblicato da Chiorbaciov il 15 Mag 2014 in Prato

KUZUSHI, rompere l’equilibrio.

Rubrica di satira a cura di Chiorbaciov

L’intento dell’IJF quando ha cambiato il regolamento era, almeno nelle intenzioni, quella di dare meno valore possibile agli shido. Una scelta condivisibile, se l’astutissima mossa successiva non fosse stata quella di rendere sempre più complesso e difficoltoso portare una proiezione. Non solo le sanzioni sono diventate molto più frequenti, ma si è deciso pure, siccome appassionati di sumo, di introdurre questa complicatissima cosa delle uscite.

Il risultato è che molti incontri, anche agli ultimi europei, si giocano sul filo della sanzione. E questo rende il Judo più brutto. Gli arbitri hanno potere di vita o di morte su un judoka, e la loro interpretazione è fondamentale. In pratica: è inutile tentare di gestire gli incontri. Se l’arbitro è scarso, siete spacciati.

Questi dubbi li avevo fin da subito, e dopo aver fatto e seguito le gare col nuovo regolamento, i dubbi sono diventati certezze.

Ora, essendo io un egocentrico bastardo, il primo pensiero è stato che l’intenzione degli arbitri fosse quella di aspirare via ogni briciolo di certezza che avevo sul nuovo regolamento, come un aspirabriciole coi rimasugli di pane, per spingermi definitivamente a fare un articolo. Dunque, diamo il via alla lista:

 

Uscite: la regola è una sola, ovvero nessuno ne sa nulla. Alle volte vedo gente con due piedi fuori dal giallo banchettare sull’esterno del tappeto, non sanzionati perchè poi rientrano “quindi avevano l’intenzione di rientrare”. Altre volte, invece, basta uno o due secondi con un piede fuori in un’azione più statica per farti prendere sanzione. La cosa clamorosa è che non si capisce bene quando prende sanzione quello all’interno. Gli arbitri, infatti, dovrebbero capire la differenza fra puntarsi per far rimanere uno all’esterno o spingere. Cioè, basta aver fatto un minimo di judo per notarlo. Appunto…

Care System: una cagata astronomica. Il giudizio dell’arbitro viene prontamente smentito dagli smanettatori esterni, che giudicano insindacabilmente sulle valutazioni dei colpi e le sanzioni sfuggite o sbagliate dall’arbitro. In parole spicciole: l’arbitro centrale vale come il due di picche quando briscola è a cuori, mentre quelli fuori pontificano e giudicano, lasciando al povero malcapitato solo il compito di dare mate e hajime. Gli incontri sono più farraginosi e pieni di interruzioni.

Passività: solito annoso problema, amplificato come Bocelli che canta da un megafono. Se uno si agita e tira due calci, o alza la gamba a mò di uchi mata senza neppure la presa alla manica e accenno di squilibrio, ha attaccato? Manco per il cazzo. Eppur si muove, quindi niente sanzione.

Trascinamento: qua ho assistito ad un distillato di astrattismo surreale, che a confronto un quadro di Kandinsky è una tabellina del 2. In pratica la regola spesso messa in atto è questa: se fai colpi come seoi in ginocchio o kata guruma e non riesci a fare punteggio, parte lo shido per trascinamento. Ora, benedetti figlioli, se io porto un colpo e l’altro mi salta, va in ginocchio o va di pancia, ha fatto una difesa conseguente al mio attacco. Quindi ho squlibrato il mio avversario. Si chiama kinza. Quindi non è sanzione. Anche qui, chi ha fatto più di due gare dovrebbe accorgersene.

Ippon: il rotolamento non è più ippon, ok. Ma se faccio o-goshi, quello stacca tutte e due i piedi da terra, si schianta di schiena, poi io gli rotolo sopra sullo slancio e andiamo di pancia, quello è un cazzo di ippon!

Posizione: su uno strangolamento ci si mette davanti e ci si piega per capire se è valido, non dietro. E subito, non dopo dieci minuti quando l’avversario si è già portato sugli spalti una mascella come souvenir.

Uniformità: la vera pecca. Nella stessa gara o sullo stesso tatami si assiste a cambiamenti di stili di arbitraggio repentini a seconda di chi sta al centro. E’ l’agonismo che dovrebbe essere diverso da atleta ad atleta, è il judo che prende la forma del contenitore. L’arbitraggio dovrebbe essere una cazzo di bottiglia di vetro.

Buonsenso: col nuovo regolamento sembra che dare shido a cuor leggero sia diventato uno sport nello sport. Cos’è, c’è una classifica aggiornata per gli arbitri più sanzionatori con viaggio alle Bahamas come premio finale di cui non siamo stati avvisati? Dare doppio shido per passività a due atleti ad incontro appena iniziato (magari due oltre, statici non per loro volere ma per quello della fisica) sul punteggio di completa parità (e 0 sanzioni a 0) non ha senso. Cioè, è proprio fuori dalla logica, è la palese dimostrazione che stai arbitrando seguendo un regolamento alla lettera senza capire quello che stai dirigendo.

Atteggiamento: spocchioso, borioso e tracotante. E questi sono gli aspetti positivi. Ora, capisco che un giudice deve apparire severo (se fossero conciati come i Cugini di Campagna nessuno li prenderebbe sul serio), ma siamo a divertirci! Il dialogo con gli atleti e gli allenatori che protestano furiosi per delle sanzioni o dei giudizi ritenuti sbagliati, diventa ancora più veemente se l’atteggiamento della controparte è arrogante e non disposto alla spiegazione. E’ come gettare benzina sul fuoco. Parlare tranquillamente ( a meno che non ti lancino contro delle stampelle dagli spalti) certi delle proprie ragioni, funziona più che minacciare sanzioni o squalifiche.

 

Per concludere. Fare l’arbitro di judo è dannatamente difficile. E il cambio di regolamento ogni plenilunio non facilita. Uno sport in cui l’arbitro ha potere sul risultato è già abbastanza falsato di per sè, quindi se chi deve dirigere non è all’altezza degli incontri che osserva il problema diventa esponenziale. La risposta più automatica è “perchè non vai te a fare l’arbitro?”. Ma è una giustificazione inutile: ci sei te su quella materassina, nessuno ti ha obbligato. E si presuppone che tu ci sia sopra perchè in grado di starci. I corsi dovrebbero essere migliori, o le selezioni più dure. Altrimenti si rischia, per citare un mio compagno, che quello visto agli europei sia un altro sport rispetto a quello che facciamo qua.


  1. Leo says:

    Bravooooooo belin bravooooo!!!

  2. Claudio Zanesco says:

    Allora non sono l’unico stupido che dopo trentanni non ci capisce più niente, abbiamo fatto il giro, siamo tornati alle tattiche degli anni 80 con le aggravanti che la qualità media del judoka è diminuita ( e non venite a parlarmi delle gare internazionali, guardiamo la nostra realtà nazionale e locale) quello del care system è una troiata immensa, nata per avere una moviola in aiuto è diventata il perno di tutto, un mio amico calciofilo che ha visto una gara mi ha chiesto, ma dite di noi del calcio, ma voi quanti arbitri dovete avere per arbitrare UN incontro?

  3. alessio bonechi says:

    La verita’ e’ che gli arbitri sono diventati i veri protagonisti di questo sport e non gli atleti,di conseguenza qualcosa che non torna c’e’,poi come dice giustamente Chiorvaciov,il problema diventa eponenziale se questisono anche scarsi.

  4. Vascellari Gianpietro says:

    Mah! Io sono combattuto tra lo starmene zitto ed il desiderio di offrire un contributo all’ eterna discussione sull’arbitraggio nel Judo. Dico eterna perché è da sempre che si parla di azioni valide e non valide, di tecniche eseguite dentro o fuori all’area di competizione e chi più ne ha piu’ ne metta. Non voglio quindi perdermi nei cavilli tecnici, anche se condivido le tante osservazioni sulle ultime modifiche arbitrali. Desidero solo sottolineare due aspetti della questione. Il primo riguarda l’eccessivo potere affidato nelle mani dell’ arbitro. Il vero potere dovrebbe averlo l’atleta migliore e capace di esprimere quello che un tempo si chiamava “un bel Judo” nella ricerca dell’ippon. Se al contrario invece di porre al centro dell’attenzione il judoka si sposta lo sguardo sull’arbitro e sull’applicazione di un regolamento in continuo cambiamento, non verremo mai fuori da queste discussioni. La stessa cosa accade nella scuola o nelle istituzioni pubbliche, quando si pensa che il centro dell’attenzione invece di essere l’ alunno debba essere il bidello, l’ insegnante, il dirigente e tutta quella catena di figure create e pagate per essere al servizio del giovane studente. In modo analogo, fino a quando penseremo che debba essere il solo l’atleta ad adattarsi passivamente al sistema di regole arbitrali sempre più’ complesse, senza al contrario cercare di adattare queste ultime al miglior rendimento espressivo del judoka, non andremo da nessuna parte. L’evidente calo progressivo del numero di agonisti e’ un segnale negativo più’ che eloquente e se vogliamo arrestarlo una delle prime cose da fare sarebbe quella di semplificare le gare senza invece scoraggiare atleti e pubblico con regolamenti sempre più astrusi. Così’ facendo si spegne l’agonismo, dimenticando che col calo degli atleti sarà conseguente anche la riduzione numerica degli arbitri ed insegnanti capaci di spronare i giovani al sacrificio ed all’impegno per emergere nelle competizioni. Il secondo punto che voglio toccare e’ strettamente legato al primo, perché un regolamento arbitrale complesso allontana il pubblico dalle nostre gare impedendo la diffusione del nostro meraviglioso sport e l’attenzione dei mezzi di comunicazione. Anche qui il problema e’ sotto gli occhi di chiunque voglia assistere ad una gara di Judo. Ormai le nostre competizioni sono riservate ai soli addetti ai lavori, quali unici e soli interpreti di un regolamento arbitrale che per far capire chi vince e chi perde in una gara richiede competenze inavvicinabili a chiunque. Vogliamo quindi continuare su questa strada? Non bastano i segnali negativi che sono sotto gli occhi di tutti? Ci rendiamo conto che anche cambiando domattina le cose, ci vorrenbbero anni ed anni per risalire la china? Scomparsi da tempo i seniores dalle gare, stanno ormai scomparendo anche gli Junior e stiamo ancora a guardare senza far nulla?

  5. GB says:

    Possiamo discutere all’infinito ma una cosa è chiara questo sport sta morendo.
    Ormai a vincere è l’atleta più bravo nel far punire l’avversario, tutti ci siamo resi conto che appena ottenuto un vantaggio basta lavorare sulle prese per impedire ogni tipo di attacco. Ci si allena nelle palestre per questo e vogliamo continuare a chiamrlo judo?
    Certo che finchè ai vertici si punta sulle gare master anzichè sui giovani come fannno tutti gli sport la tendenza non si invertirà mai.
    Mi è capitato di vedere on line le gare di judo tradizionale organizzate dagli “amici del judo” bhe tanto abbiamo da imparara sia a livello tecnico che di regolamento.

  6. giuseppe says:

    da appasionato di judo, insegnante ed arbitro condivido quanto detto. Tecnicamente ci sono troppe incertezze ed un arbitro non sa mai se sbaglia o fa bene. Per chi non sa cm funziona, dovete sapere che un arbitro è giudicato da un commissario di gara o di tatami (e questi è a sua volta giudicato). Spesso l’arbitro (centrale o giudice) deve allinearsi al punto di vista del commissario del giorno. Anche li… difficile giudicare un arbitro… ma vi garantisco che si può essere giudicati molto negativamente da quael commissario e molto positivamente da un altro a distanza di 24 ore (esperienza personale). Senza considerare che spesso i commissari conducono gli incotri attraverso il care system e i giudici si allineano senza proferire parola per paura di non essere convocati per la prox gara.
    Oggi le regole federali ci hanno imposto che dobbiamo dividere le qualifiche l’arbitro è arbitro… per me è sbagliato. Noi pratichiamo judo, mi dicono che devo frequentare la palestra peressere un buon arbitro… che senso ha non poter essere anche insegnate tecnico (non dico il titolare… ma un insegnate tecnico)…. un 40enne tutto rotto che va a fare in palestra se non può insegnare.

    altro nodo cruciale è l’arruolamento degli arbitri… i grandi maestri e le grandi società hanno decine di tecnici ma non riescono a fare un arbitro. Le scuole di arbitraggio in Italia si contano sulle dita di una mano… è questo non va bene perchè si creano sperequazione siana nazionali (troppi arbitri di una determinata regione)… ma anche a livello regionale… dove 1/2 società dispongono degliarbitri migliori.

    Sarebbe da cambiare il regolamento come dite voi … ma anche la mentalità… perchè l’arbitro non è un nemico… ma colui che permette di organizzare le gare… può sbagliare e v garantisco che il più delle volte lo fa perchè siamo umani e l’errore c sta e raramente per incopetenza (per i suddetti motivi che le società non formano arbitri.

    grazie dello spunto

  7. antonio says:

    ciao a tutti, questione di regolamento del judo arbitrato,prima che la commissione arbitri fa delle modifiche ci sono i tecnici di tutto il mondo e vedono le modifiche, molto probabilmente a loro gli sta bene e vengono modificate, primo punto, alcune modifiche sono giuste ad esempio l’intervento del medico molti atleti ci giocavano, quanti atleti fanno le prese due passi e sono fuori? giusto lo shido, sul falso attacco è facile capire se un atleta fa un attacco reale o un falso attacco bisogna vedere l’uke se non ha subito nessun squilibrio è shido,ci sarebbe molto da dire sul arbitraggio ma mi fermo qui. leggevo che gli arbitri nessuno lo vuole fare, vi siete chiesto come mai ? i motivi sono tanti provate a riflettere

  8. Bucci Pasquale says:

    Come arbitro vi dico che la verità è che negli incontri di poca rilevanza in pratica ti tocca arbitrare da solo, perchè di moviole.. coi tempi che tirano ma quando si vedranno mai !!!
    Così almeno prima se facevi una cazzata, perché non eri in buona posizione oppure stavi arbitrando da ore decine di incontri, c’erano i giudici che ti correggevano.
    Adesso è peggio indiscutibilmente e pure per gli arbitri credetemi : le volte che mi è toccato dase hansoku-make perchè vedevo l’atleta che magari rispondeva con un te-guruma ad un attacco, mi faceva sentire che eraq una cosa sbagliatissima.
    Ma tant’è, c’è chi ci ha pure pensato sopra. Ad ogni modo guardate che se tirate un uchi-mata senza effettuare kuzushi, gli arbitri non sono stupidi, la prima te la posso passare ma se me lo fai una seconda volta ti becchi shido.
    E se esci su un vero attacco e non su un ancatina e magari rientri subito, come faccio a darti una sanzione ?!?! altra cosa è quando esci, avendo potuto schivare un attacco con un tai-sabaki…
    Comunque anche io sono d’accordo; per esempio, come si fa a considerare non valida questa tecnica : http://vimeo.com/67426696 ?!?!
    Difatti a riprova di ciò guardate un pò cosa è successo a Londra : http://www.youtube.com/watch?v=tBuVI167JBc&feature=related ….
    Sarò un pessimo arbitro, non c’è dubbio, ma ancora non ho capito perchè il coreano non s’è preso hansoku-make….

  9. Lucio says:

    Sante parole. Il judo e gli atleti sono snaturati da arbitri ignoranti, impreparati, superbi e tracotanti. Più regole e regolette mettono e più mettono in crisi questi personaggi. Mi chiedo quante volte alla settimana un arbitro studia filmati per allenare la propria capacità di valutazione: secondo me le ore dedicate a questa attività preparatoria sono pari a zero.

    • Pasquale Bucci says:

      Non siamo sulla stessa lunghezza d’onda…
      Non volevo attaccare la categoria arbitrale nè la voglio difendere adesso; fra l’altro ne faccio parte…
      No, volevo puntare più in alto : con chi ha studiato il regolamento delle gare a cui un arbitro si deve attenere (suo malgrado e sono in tanti ve lo assicuro).
      Ma tant’è, come si dice, non capisco ma mi adeguo.
      Piuttosto, come è possibile notare, il criterio di utilizzo del mezzo della telecamera non viene applicato in maniera omogenea in tutti gli incontri : in quelli importanti spesso c’e’ un’attenzione da regista maniacale, mentre in altri incontri sembra sia partita una registrazione col timer….
      Gli incontri più scorbutici e difficili non sono quelli coi campioni; lì la classe risolve di solito l’incontro e l’arbitro fa il ragioniere.
      Ma in quelli dove i due atleti si equivalgono e non hanno un grande bagaglio tecnico, è lì che si vede la preparazione e la personalità degli arbitri; che di sbagli ne fanno sicuramente, ma vi assicuro che nella grande maggioranza lo fanno in buona fede, e per 2 spicci che ti rimborsano poco più della benzina.
      Ciò che ti fa andare avanti è la passione di fare bene; una cosa proprio come quando eri atleta, non ce lo siamo scordati, tranquilli..
      Sudare ore ed ore, sacrifici ed ore tolte alla famiglia, magari vanificate da uno sbaglio arbitrale : quando me ne accorgo o me lo fanno notare sto peggio degli atleti !!!
      Ma anche io mi preparo e guardo filmati e materiale arbitrale : non è facile credetemi.
      Molto più facile è per altre figure che sul tatami non ci salgono più o raramente lo fanno; ma forse, sai com’è … dai piedistalli delle statue non si vedono bene i fili d’erba…!!!

  10. pat says:

    non voglio assolutamente difendere la classe arbitrale ma rendere giustizia a chi sta dietro i tavoli
    1° trovo giustissimo quello che ho letto sullo studio dei filmati
    e probabilmente ha ragione chi dice che pochi(xchè secondo me c’è qualcuno che lo fa)lo fanno ma lancio una freccia e vi chiedo SAPETE QUANTO VIENE PAGATO un ARBITRO ? QUANDO VA’ BENE 50 EURO (solo quando arbitra)
    certo non è una giustificante ma poichè tutti devono vivere potete ben pensare che gli stessi uomini e donne debbano fare un ‘altro lavoro x mantenersi?
    2° Car system? Oggi x molti è diventato come la calcolatrice senza non si riesce più a fare i conti ecco poi xchè vediamo alcune scene che non ci piacciono
    3° la professionalità? allora mi chiedo xchè i vari comitati regionali non mettono a spesa di mandare i propri arbitri ecc.ecc nei vari tornei internazionali ?forse potrebbero migliorare e non pesare sempre sul conto famiglia che di questi tempi è sempre più stretto
    Per quello che mi riguarda negli anni ho cercato di inserire giovani a questa professione che se fatta bene può elevare la categoria e potrei dire che ci sono riuscita almeno il tempo me ne darà conto
    Certo le parole si sprecano regolamento che cambia sempre (seguo le gare e molto spesso sono ai tavoli e posso dire che è un problema più degli istruttori che dei ragazzi) ma questo non è così allarmante il judo deve evolversi e cambiare ma sopratutto deve cambiare l’idea di come gestire il judo

  11. Emanuele Melis says:

    Bell’articolo. Condivido gran parte di quanto scritto. Io parto dall’assunto che tutti sbagliamo, me compreso che faccio l’insegnante tecnico, ma credo che con la passione, la ragione ed il confronto si possano eliminare parecchi errori. In primis bisognerebbe che gli arbitri avessero passione per questo sport e quando vedo gente che non ha nulla di un judoka capisco perché poi si verificano certe situazioni. Inoltre, il nuovo regolamento, relativamente alle sanzioni e alla rottura delle prese, di certo non aiuta chi vorrebbe fare l’arbitro con passione, cercando di migliorarsi. Guardo tanti video di incontri di alto livello e mi rendo conto che ci sono pochi arbitri che durante la conduzione dell’incontro fanno in modo che i veri protagonisti siano gli atleti. Un esempio su tutti è stato Fuji. Se l’intento dell’IJF era quello di spettacolarizzare il Judo con l’introduzione delle nuove norme arbitrali, allora hanno fatto un buco nell’acqua. Basti pensare agli ippon degli anni ’90 e 2000 di Koga, Nomura, Inoue, Giovinazzo, Quellmanz, ecc. ecc. per vedere che il Judo era già altamente spettacolare e sarebbe bastato dare la sanzione ogni volta che si eseguiva un Kata guruma (o Kata otoshi) e non si faceva almeno yuko. Detto questo, la cosa peggiore è che grazie anche a questo regolamento perderemo, o per lo meno non incrementeremo i numeri, in quanto quando un profano si avvicina al Judo e vede che vince gli incontri colui che ha fatto mettere il piedino fuori dal quadrato all’altro (perché è molto più forte fisicamente o più furbo) e non vince chi cerca di eseguire le tecniche con efficacia, pensa che preferirebbe vincere in un modo più spettacolare (KO nella boxe, kick boxing o Thay boxe)!

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