Quale futuro per il “Città di Roma”?

Quale futuro per il “Città di Roma”?

Qual è la strategia per il futuro del “Città di Roma”? Il lustro che il “Città di Roma” aveva negli anni 90 e nei primi anni 2000 è indiscusso: basti pensare che non era raro vedere combattere campioni olimpici e mondiali. Chi non dimentica il campione francese David Douillet al “Città di Roma”? Il pubblico rispondeva numeroso e non era raro vedere i nostri azzurri scontrarsi e persino vincere contro l’élite mondiale.

È sotto gli occhi di tutti che la partecipazione degli atleti di élite sia andata diminuendo negli ultimi anni per via dell’importanza del torneo, drasticamente ridotta per via della propria natura di European Open, che a partire da questo quadriennio vale 7 volte di meno di un Grand Prix e 10 volte di meno di un Grande Slam. Per non parlare del pubblico: nelle ultimi edizioni assente (o quasi).

Italiajudo propone due alternative mutuamente esclusive: trovare le risorse e negoziare con IJF ed EJU la promozione del “Città di Roma” a Grand Prix oppure trasformare il torneo in una European Cup piuttosto che lasciarlo nella situazione corrente di European Open.

Pubblicato da Ennebi il 3 Mag 2018 in Ostia, RM

Il 17 e 18 febbraio 2018 si è svolta presso il Pala FIJLKAM di Ostia l’European Open femminile, competizione facente parte del circuito mondiale dell’IJF (International Judo Federation). Nell’occasione, hanno calpestato il tatami del Pala FIJLKAM 151 atlete provenienti da 25 Paesi. Un numero basso, che è persino in aumento rispetto all’edizione del 2016. Da quando il “Città di Roma” è diventato un torneo di European Open, le categorie maschili e femminili si alternano ogni anno, un anno gli uni e il successivo le altre.

La competizione ha raggiunto degli standard organizzativi di altissimo livello, merito di una Organizzazione attenta e puntuale, di un investimento non da poco da parte delle casse della nostra Federazione e sopratutto di uno staff sempre più preparato e professionale, che non lascia nulla al caso.

Nel seminario per ufficiali di gara e tecnici organizzato dall’IJF a Baku ad inizio 2017, non solo è stato comunicato un nuovo regolamento arbitrale, ma anche dei nuovi punteggi per la ranking list mondiale. A tal proposito, in questo quadriennio è aumentato drasticamente il divario tra i punti che si possono conquistare ad una Continental Open – come il “Città di Roma” – ed i punti che si conquistano con le gare di rango superiore, ovvero Grand Prix, Campionati Continentali,  Grande Slam, Masters e Mondiali.

Infatti, mentre prima del 2017, il primo classificato di un Grand Prix conquistava 300 punti, ovvero 3 volte il punteggio di un oro di una Continental Open (100), i punti sono ora diventati 700, ben 7 volte di più del medesimo risultato conquistato in una Continental Open. In linea con tale approccio, anche i punti assegnati nei Grande Slam passano a 1000 punti per il primo classificato, mentre nel quadriennio passato erano 500. Ciò significa che un Grande Slam vale oggi 10 volte di più di una European Open.

Se da un lato la revisione della ranking mondiale necessita la rivisitazione dei criteri di accesso alle competizioni del circuito mondiale da parte degli atleti italiani, dall’altro lato bisogna pensare al futuro dell’European Open di Ostia, torneo che per molti nostalgici resta e resterà per sempre il “Città di Roma”.

Il lustro che il “Città di Roma” aveva negli anni 90 e nei primi anni 2000 è indiscusso: basti pensare che non era raro vedere combattere campioni olimpici e mondiali. Chi non dimentica il campione francese David Douillet al “Città di Roma”?

Non era nemmeno raro vedere i nostri azzurri scontrarsi e vincere contro l’élite mondiale. Tanto per fare un esempio, nel 1993 Luigi Guido s’impose sul neo campione olimpico Antal Kovács. Non è stato l’unico azzurro a conquistare vittorie importanti: Diego Brambilla vinse sul campione mondiale e vice campione olimpico Vitaly Makarov, Dario Romano vinse sul campione europeo e tre volte bronzo iridato Patrick Reiter, e potrei continuare con Pierantozzi, Monti, Scapin e tanti altri azzurri.

È sotto gli occhi di tutti che la partecipazione degli atleti di élite sia andata diminuendo negli ultimi anni per via dell’importanza del torneo, drasticamente ridotta per via della propria natura di European Open. Per non parlare del pubblico: assente! Eppure l’Organizzazione è pronta già da qualche anno per il passo successivo, per la promozione del “Città di Roma” ad un torneo di Grand Prix. Ed anche il mondo del judo italiano è pronto a tornare a sognare di nuovo.

Del resto, non è una cosa impossibile, tutt’altro: in altre nazioni ci sono esempi di tornei del World Tour che sono stati promossi negli ultimi anni, alcuni da European Open a Grand Prix, altri da Grand Prix a Grande Slam. Organizzare un Grand Prix comporterebbe tuttavia un investimento maggiore da parte delle casse della Federazione, a fronte di un ritorno di gran lunga più importante. Ciò detto, la strada da percorrere è chiara: bisogna cominciare a lavorare fin da subito affinché si trovino le risorse necessarie per proporre a chi di dovere lo step successivo per il “Città di Roma” e per iniziare la negoziazione con IJF ed EJU al fine di ricevere il supporto necessario per organizzare un Grand Prix in Italia. Nel caso in cui non ci si dovesse riuscire, o se non ci dovesse essere tale voglia, sarebbe meglio che il “Città di Roma” si trasformi in una European Cup piuttosto che rimanere una European Open come oggi. In tal caso, quanto meno si avrebbero dei numeri di partecipazione alti – probabilmente 150 atleti arriverebbero solo dall’Italia – e si darebbe la possibilità a molti atleti azzurri di confrontarsi in un contesto europeo senza la necessità di andare all’estero. E, cosa non da poco, il Pala FIJLKAM non resterebbe vuoto!

Qual è la strategia per il “Città di Roma”, quale futuro lo aspetta?


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